Recettore è un…

Recettore è un termine generico che si riferisce ad una qualsiasi entità che sia in grado di ricevere, legare qualcosa.

Il termine è usato in vari ambiti, ma riveste particolare importanza in ambito biologico:

  • Recettore (biochimica): struttura proteica che, interagendo con uno specifico ligando, media una risposta biologica.
  • Recettore (immunologia): struttura proteica sulla superficie delle cellule del sistema immunitario.
  • Recettore sensoriale: in anatomia, terminazione nervosa, appartenente al sistema sensitivo, che riconosce uno stimolo (tattile, dolorifico, termico, luminoso…) e lo trasduce in impulso elettrico riconoscibile dal sistema nervoso.
  • Recettore (farmacologia): qualsiasi struttura biologica bersaglio dei farmaci che fornisce risposta biologica.

In biochimica, un recettore è una proteina, transmembrana o intracellulare, che si lega con un fattore specifico, definito ligando, causando nel recettore una variazione conformazionale in seguito alla quale si ha l’insorgenza di una risposta cellulare o un effetto biologico.

Schema di un recettore di membrana: il ligando (verde) lega il recettore (arancione) determinandone una modifica conformazionale che attiva dei sistemi di trasduzione intracellulari (rosso) del segnale

Il senso farmacologico, invece, è più lato, essendo il recettore una molecola qualsiasi, bersaglio del farmaco in questione.

Le due concezioni quindi sono leggermente diverse:

  • nel primo caso, il recettore sovente si trova inserito in una membrana cellulare, che sia quella plasmatica, mitocondriale o nucleare
  • nel secondo caso può anche trattarsi di un enzima o di altre molecole solute (pensiamo, per esempio, alle molecole presenti nel sangue).

1 Risposta a “Recettore è un…”

  1. Lessico

    (meno comune ricettóre), sm. (f. -trice) [sec. XIX; dal latino receptus, pp. di recipĕre, ricevere].

    1) Chi o ciò che riceve; anche come agg.: la funzione ricettrice degli organi sensoriali.

    2) In anatomia, recettori sensoriali, organelli, di dimensione microscopica, formati da terminazioni di cellule nervose, a volte associate ad altre strutture cellulari con compiti di sostegno o di protezione, a seconda del ruolo particolare che il singolo tipo di recettore è chiamato a svolgere.

    3) In fisiologia, recettore cellulare di membrana, ciascuna delle specifiche sedi molecolari con le quali il farmaco deve combinarsi al fine di produrre le risposte farmacologiche caratteristiche.
    Biologia

    Termine introdotto da P. Herlich che formulò la teoria dell’affinità biochimica fra le catene laterali molecolari, che si aggiungono alla composizione del gruppo caratteristico centrale della molecola, per cui si creano composti labili con la possibilità del ritorno alla stabilità della molecola di base. Questa caratteristica strutturale è altamente selettiva e interagisce solo con la causa specifica per cui è predisposta. Il recettore va quindi considerato un bersaglio di attivazione di un ben determinato stimolo, espressione della reazione causa-effetto, con una finalizzazione predisposta (il paragone più semplice parrebbe corrispondere alla pressione del pulsante di un elettrodomestico). Nell’ambito della biochimica si tratta di uno dei meccanismi più complessi, ancora suscettibile di approfondimenti. Sono stati individuati vari tipi di recettori sia fissi sia circolanti (legati al sistema plasmatico del sangue, in cui rientra la funzione anticorpale). A loro volta i recettori fissi possono avere diversi siti: superficiali (di membrana) o endocellulari (nel citoplasma o legati al nucleo). L’attivazione può avvenire per contatto diretto (a livello cutaneo la sensazione di caldo e freddo), per contiguità (cioè vicinanza, ne sono un esempio le papille gustative, recettive per assorbimento dei sapori) o a distanza (reazione allergene-anticorpo nei casi di allergia). Le modalità d’avvio del processo sono anch’esse assai varie, dal formarsi di un composto fugace (attivante o soppressore), al suo effetto (la scissione), all’assunzione di una carica ionica, all’apertura di azioni combinate, alla creazione di antimetaboliti, sblocco di attività enzimatiche, rimozione di composti preassunti da determinati recettori (modalità di rimozione della morfina da parte del naloxone), ecc. Ne nascono conseguenze dirette o mediate sulla conduzione di stimoli ben definiti che si traducono in un’azione strettamente mirata (su un canale unico) o più allargata (per un ampliamento di reclutamento di altre unità recettoriali). Queste considerazioni fisiologiche e fisiopatologiche hanno comportato una notevole apertura nelle possibilità farmacologiche, giungendo da ultimo sino all’introduzione dei protofarmaci, cioè di quelle molecole che divengono attive dopo un’elaborazione metabolica inducente un’elevatissima efficacia.
    Bibliografia

    Per la fisiologia

    H. Davson, A Textbook of General Physiology, Baltimora, 1971; R. Margaria, L. De Caro, Fisiologia Umana, Milano, 1971; W. F. Ganong, Fisiologia Medica, Padova, 1974; R. M. Berne, Fisiologia, Milano, 1991.

    Per la farmacologia

    J. F. Danielli, J. F. Moran, D. J. Triggle, Foundamental Concepts in Drug-Receptors Interactions, New York, 1970; S. Ehrenpreis, J. H. Fleisch, T. W. Mittag, Approaches to the Molecular Structure of Pharmacological Receptors, in “Pharmacological Reviews”, vol. XXI, 1970; M. Porter, M. O’Connor, Molecular Properties of Drug-Receptors, Londra, 1970; L. S. Goodman, A. Gilman, The Pharmacological Basis of Therapeutics, New York, 1975; Autori Vari, Central and Peripheral Dopamine Receptors: Biochemistry and Pharmacology, Torino, 1988.

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