Spondiloartriti

Le spondiloartriti sono patologie infiammatorie che colpiscono selettivamente
lo scheletro assiale, e che col passare del tempo determinano una diffusa
rigidità, esito di un processo infiammatorio cronico del connettivo fibroso e
dell’osso nella sede di inserzione di tendini e legamenti. Sono state incluse in
questo gruppo la Spondilite Anchilosante, l’artrite psoriasica, la sindrome di
Reiter e le artriti eteropatiche, definite spondiloartriti sieronegative.
Gli aspetti più comuni di queste malattie sono rappresentate da sieronegatività
(intesa come negatività del fattore reumatoide), artrite infiammatoria periferica
asimmetrica, sacroileite radiologicamente evidente, sovrapposizione di
manifestazioni cutanee (psoriasi, eritema nodoso), oculari (uveite), e mucose.
Le articolazioni principalmente coinvolte sono le sacroiliache e
sternoclavicolari, le sinfisi intervertebrale e pubica e le articolazioni artrodiali
periferiche degli arti inferiori. L’aspetto anatomo patologico prevalente in fase
precoce è costituito da infiltrato di mononucleati, più tardi sostituito da fibrosi,
dalla calcificazione e ossificazione delle parti molli. Sul versante osseo
predominano la osteite e la periostite, con formazione di esostosi.
La diagnosi clinica di spondiloartriti richiede la presenza di almeno un criterio
maggiore e uno minore. I criteri maggiori sono costituiti da dolore
intervertebrale infiammatorio cronico, insorto prima dei 45 anni e dall’artrite
asimmetrica specie agli arti inferiori, quelli minori sono familiarità per una
delle spondiloartriti, evidenza radiologica di entesite, sacroileite, enterite,
uretrite non gonococcica, psoriasi.
Una chiara predisposizione genetica risulta ben delineata, l’immunogenetica ha
confermato che il 96% dei pazienti con spondilite anchilosante risulta positivo
per l’allele HLA-B27, l’ereitarietà sarebbe del tipo autosomico dominante e
l’allele B27 appare come fattore di suscettibilità necessario, ma non sufficiente
nel causare la malattia. Nella spondilite anchilosante sono colpiti
prevalentemente maschi, nei quali compare tipicamente dolore e rigidità alla
regione lombosacrale, con possibile estensione alla coscia e al poplite,
soprattutto notturno, con andamento a poussè.
La progressione dell’impegno assiale porta all’anchilosi diffusa, con rigidità
ingravescente del rachide e dei cingoli, ridotta motilità del torace, e infine gravi
deformità posturali del rachide e impotenza funzionale delle coxofemorali e
delle spalle.
L’artrite psoriasica è un’artropatia infiammatoria associata alla psoriasi, le
entesopatie sono tipiche e frequenti, e possono trovarsi in zone più o meno
estese della colonna, causando disturbi di vario tipo, è frequente in questa
forma l’associazione con l’HLA-B27, ponendo difficoltà nella diagnosi
differenziale con la spondilite anchilosante, in genere , però, il coinvolgimento
del rachide è meno esteso, e la sacroileite è per lo più monolaterale.
La sindrome di Reiter è una triade costituita da artrite, uretrite e congiuntivite,
fa parte delle artriti reattive, artriti che si sviluppano a breve distanza da
un’infezione, più spesso a localizzazione genitourinaria o enterica da
Chlamydia, Yersinia, Salmonella et al. L’esordio tipico è quello di una
oligoartrite periferica, con impegno asimmetrico delle grandi e piccole
articolazioni, l’artrite acuta ha un’evoluzione benigna con remissione
spontanea, tuttavia la persistenza di una modica sinovite e l’andamento
ricorrente sono evenienze più frequenti. L’interessamento della colonna
evidenzia, spesso, la presenza di sindesmofiti paravertebrali monolaterali
localizzati a livello del rachide lombosacrale e del bacino.
La diagnosi e il trattamento precoce possono migliorare o per lo meno ridurre il
danno alle articolazione e ai tessuti interessati.

E.Pingiotti, R. Giacomelli
C.I.: Malattie del Sistema Immunitario e Reumatologia
Dip.di Medicina Interna e Sanità Pubblica
Università degli Studi di L’Aquila

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