Tumore della prostata, ipertrofia e prostatite

La prostata: una preziosa ghiandola dell’apparato genitale maschile. Posta sotto la vescica urinaria, ha la funzione di produrre, insieme ad altri organi, il liquido seminale in cui sono contenuti gli spermatozoi nell’eiaculazione.

La sua posizione, a metà tra l’apparato genitale e quello urinario, rende quest’organo “famoso” specialmente durante il processo di invecchiamento, per i problemi di salute che può comportare. Sono comuni, soprattutto in età avanzata, patologie di tipo infiammatorie (la prostatite), o derivate da ingrossamenti della ghiandola (l’ipertrofia), o ancora trasformazioni maligne dei tessuti (tumori e carcinomi).

I sintomi

Tra le conseguenze più comuni di tali malattie, specialmente se sono in fase avanzata, c’è la difficoltà nell’urinare: la prostata malata preme sulla vescica e sull’uretra, il canale urinario, è provoca vari disturbi. Sono tra i più comuni l’impellente e frequente bisogno di urinare, il getto di urina debole e intermittente, la sensazione di non completo svuotamento della vescica, anche dopo aver appena urinato.

L’importanza della diagnosi precose

Particolare attenzione deve essere posta al tumore alla prostata: nella fase iniziale, le cellule cancerose crescono molto lentamente, non manifestando segni di malattia. In alcuni casi, ciò può non rappresentare un problema: quello di alcuni tumori che crescono molto lentamente o per le persone molto anziane. Altri tipi di tumori possono essere molto dannosi, invadendo anche altre parti del corpo e provocando sintomi di malattia solo quando diventa troppo tardi. È in questi casi che la cultura della prevenzione e la diagnosi precoce sono di vitale importanza: nelle fasi iniziali, essa aumenta sensibilmente la possibilità di guarigione o, quantomeno, di rallentamento dello sviluppo della malattia.

La diagnosi

Per prevenire, dunque, è opportuno che soprattutto le persone più anziane consultino periodicamente un medico urologo, con il quale stabilire l’opportunità di eseguire accertamenti. Gli esami medici diagnostici più comuni sono:

  • l’esplorazione rettale, attraverso la quale l’urologo può palpare la parte esterna della prostata, individuando eventuali ingrossamenti del tessuto;
  • l’analisi del Psa (antigene specifico della prostata) presente nel sangue: il PSA è una proteina che normalmente è prodotta dalla prostata nel liquido seminale per renderlo più fluido. Parte di questa proteina è presente nel sangue, in forma libera o associato ad altre sostanze. È stato visto che la quantità di PSA nel sangue aumenta quando la prostata è malata;
  • l’ecografia prostatica: una sonda, inserita nel retto, può fotografare il tessuto prostatico, rilevando eventuali tumori, anche di piccole dimensioni;
  • la biopsia del tessuto: un esame di conferma della presenza di un tumore. Attraverso un ago, è possibile prelevare un piccolo pezzo di tessuto da sottoporre a test clinici che rivelano la presenza di cellule cancerose.
La prevenzione

La prevenzione, però, inizia dall’alimentazione. La Società italiana di urologia consiglia a chi soffre di prostata di mangiare con moderazione il peperoncino, gli insaccati e le aragoste e limitarsi con birra, spezie, pepe, superalcolici e caffè. Nella dieta sono da preferire i cibi antiossidanti e ricchi di fibre, per esempio le carote, gli spinaci e i pomodori. È importante anche fare un po’ di movimento ogni giorno e avere un’attività sessuale regolare, evitando lunghi periodi di astinenza.

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